Biergarten di Monaco | La irresistibile voglia di socializzare
Ovunque nel mondo si aprono beergarden, ma il marketing non può riprodurre lo spirito autentico degli originali di Monaco. OTUSTRIP ricostruisce la loro storia.
Fra le città della birra Monaco è la più famosa, chi non ha desiderato almeno una volta di andare all’Oktoberfest? Basta farne il nome e la conversazione viene animata da racconti di interminabili bevute, colossali sbronze e sfrenata allegria. Le storie si colorano e ingigantiscono passando di bocca in bocca, ma in alcuni casi sono del tutto vere: “ho preso tre giorni di ferie e vado all’Oktoberfest” ci disse un amico. Tornò dopo tre mesi, realizzando il sogno goliardico di molti di noi.
Certo, la festa di ottobre attrae ogni anno milioni di persone da ogni parte del mondo ed è un evento di grande fascino, tuttavia chi volesse vivere un’esperienza più autentica del modo bavarese di bere birra potrebbe sedersi al tavolo di un biergarten di Monaco.
Per cogliere lo spirito autentico dei biergarten è necessario ripercorrere alcune vicende che hanno segnato la storia delle birre bavaresi.
Bbb-Commons, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons
Il percorso normativo per migliorare la qualità della birra di Monaco inizia alla fine del Medioevo.
Nel 1420 il Consiglio municipale di Monaco decreta che la birra debba maturare almeno otto giorni prima di essere messa in commercio, nel 1447 raccomanda che venga prodotta esclusivamente con acqua, orzo e luppolo e, infine, nel 1487 vieta di utilizzare ogni altro ingrediente. Sono questi gli esiti importanti normativi di un percorso iniziato nel 1363, quando il malcontento popolare costringe il Consiglio a mettere sotto controllo la produzione di birra, la cui qualità a volte è talmente scadente da provocare rivolte.
L’origine delle birre Lager
Successivamente la costante osservazione dei fattori produttivi porta i consiglieri a constatare la migliore qualità e stabilità delle birre prodotte nei mesi più freddi e a partire dal 1553 la birrificazione sarà consentita solo fra il giorno di San Michele (29 settembre) e quello di San Giorgio (23 aprile).
Questo decreto obbliga di fatto a produrre d’inverno tutta la birra da consumare anche nei mesi estivi affrontando le difficoltà e i rischi della sua conservazione. I birrai di Monaco risolvono il problema producendo una birra più alcolica di quella destinata al consumo invernale e stoccandola in cavità naturali o in magazzini sotterranei [lager], questi vengono perlopiù scavati sulle rive dell’Isar, nei terrapieni degli argini, perché il grande fiume facilita il reperimento e il trasporto del ghiaccio invernale necessario alla loro refrigerazione. Sopra i lager, il terreno viene ricoperto di ghiaia e si piantano ippocastani le cui fronde mitigano gli effetti del sole estivo.
È proprio in questa soluzione tecnica di stoccaggio e conservazione che trovano origine i processi evolutivi che porteranno alla messa a punto delle birre Lager e alla nascita dei biergarten e dell’Oktoberfest.
Märzen la birra che si conserva fino a ottobre.
Le birre destinate al consumo estivo vengono prodotte verso la fine della stagione brassicola invernale e diventano note con il nome di Märzen perché la loro produzione inizia appunto a marzo. La conservazione per mesi in ambienti refrigerati favorisce il deposito sul fondo di lieviti e altri residui della birrificazione, il risultato di questa “auto-filtrazione” è una birra comunque scura (probabilmente simile a quello delle attuali Dunken), ma più limpida e dal sapore più morbido.
Felix Stember, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons
Inizia il percorso verso la bassa fermentazione moderna.
Inoltre, la produzione e la conservazione al freddo favoriscono la formazione e selezione di lieviti adatti per fermentazioni a bassa temperatura, si creano così le condizioni biologiche, le tecniche e le esperienze che renderanno via via possibile il percorso verso la bassa fermentazione moderna e la messa a punto dei gioielli brassicoli della tradizione bavarese.
I giardini della birra conquistano il cuore dei cittadini di Monaco.
Nel XIX secolo i birrifici di Monaco posizionano tavoli e panche di legno sotto le fronde dei grandi alberi e iniziano a mescere la birra fresca e dissetante dei lager sotterranei.
L’ombra degli ippocastani, la brezza fresca dell’Isar e la vista dell’acqua che scorre placida sono un’attrazione irresistibile nella calura estiva e ben presto i “giardini della birra” diventano popolari. Sono migliaia i cittadini che apprezzano il clima informale dei biergarten e il successo è tale da spingere i conduttori dei locali del centro a lamentarsi presso Luigi I, re di Baviera, che accoglie la loro petizione ed emana il decreto Bayerische Biergarten-verordnung che vieta ai biergarten di servire cibo.
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I biergarten oggi.
Per lungo tempo i biergarten hanno servito solo birra alla spina, ma il divieto di vendere cibo è caduto da tempo e oggi gli avventori possono gustare varie specialità bavaresi. Tuttavia la tradizione di portarsi il cibo cucinato a casa non cessa e l’atmosfera continua ad essere simile a quella delle origini: chi entra nel biergarten trova un ambiente amichevole che favorisce la socializzazione e una gioviale convivialità. Inutile cercare un tavolo per due, o un angolo di intimità, prima o dopo qualcuno prenderà il posto vicino a te perché i lunghi tavoli e le lunghe panche sono fatti per essere riempiti casualmente.
Henning Schlottmann (User:H-stt), CC BY 1.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/1.0>, via Wikimedia Commons
Martin Falbisoner, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons
Prosit!
La birra, servita nei tradizionali Maßkrug da un litro (Maß nel gergo popolare) fornisce la giusta ebrezza per “rompere il ghiaccio” e avviare la conversazione. Non mancano le occasioni di brindisi collettivi e quelle di cantare insieme, oppure di ascoltare musica. Il biergarten è luogo in cui passare tempo, abbandonarsi all’indolenza, conoscere gente e godere il piacere della compagnia all’aperto.
Insomma i biergarten sono una controtendenza all’isolamento favorito dai locali foodmarketing e fastfood.
Hirschgarten
Il più grande biergarten di Monaco è attrezzato per contenere fino a 8000 posti a sedere ed è situato in una grande area verde che un tempo era una riserva reale di caccia. Un posto ideale per chi desidera un luogo tranquillo in cui gustare piatti della tradizione e ottima birra fresca all’ombra di imponenti ippocastani, ammirando i cervi della riserva.
Chinesischer Turm
AxelCruise, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons
Il secondo biergarten più grande di Monaco si trova all’interno del giardino inglese, il parco verde più grande della città, ed è famoso soprattutto per la graziosa torre a forma di pagoda costruita nel 1789, dove dal mercoledì alla domenica si esibisce l´orchestrina. Diversi chioschi propongono specialità bavaresi.
Augustiner Keller
Il più antico e caratteristico biergarten di Monaco (compare nella mappa della città del 1812) si trova nei pressi della stazione centrale ed è rimasto uguale a com’era nel 1895. All’ombra di 100 ippocastani ospita fino a 5000 persone e mesce ottima birra spillata direttamente dai fusti in legno. Una campanella avvisa ogni volta che viene aperto un nuovo fusto.
E l’Oktoberfest?
A questo punto vi sarete chiesti cosa c’entra l’Oktoberfest in questa vicenda. La risposa è semplice: alla fine di settembre non tutte le Märzen conservate nel lager sono state consumate e cosa c’è di meglio di una grande festa per terminare la stagione?